MES-Sanitario

Il ministro Speranza pare abbia presentato un piano per rimettere a posto la nostra sanità che impegna 68 mld in svariati anni. Ovviamente nessuno conosce i dettagli e trattandosi di una cifra enorme, si può intuire che siano interessati tutti gli aspetti della politica sanitaria: dall’edilizia al finanziamento delle specializzazioni dei giovani laureati. Ognuno ha il giudizio che ritiene su questo governo e sull’operato del Ministro della salute, ma di sicuro lo sforzo di garantire una sanità efficiente e garantire il diritto fondamentale alla salute è un compito fondamentale di qualsiasi governo e se qualcuno se ne occupa in modo organico non si può che plaudire, fermo restando poi il giudizio sulle scelte operative. Da mesi non riesco a capire come, di fronte all’evidenza, ci si ostini a non ricorrere ai 36 mld del MES che stanno lì pronti apposta per sistemare la sanità. La battaglia ideologica del M5S ha impedito, con evidenti danni al sistema, di ricorrere a questo finanziamento che avrebbe già da tempo consentito di prepararci meglio all’ondata di ritorno del COVID prevista per l’autunno i cui segnali sono arrivati nelle ultime settimane. Il motivo sarebbe che l’Italia perderebbe sovranità e verrebbe sottoposta alla trojka come fu la Grecia. A parte che che nelle condizionalità del MES non si fa riferimento a nulla, se non la spesa per motivi sanitari, anche se il regolamento che tiene conto in generale dell’indebitamento del Paese dovesse scattare, cosa che non è stata prevista per autorevole dichiarazione dei capi di Stato e di Governo UE, saremmo all’interno di una situazione che vede l’Italia finanziata col recovery fund per oltre 200 mld di cui 80 a fondo perduto. Ma questo oceano di soldi, sul quale hanno investito ideologicamente soprattutto i grillini e l’opposizione sovranista, arriverà nella primavera del prossimo anno e a fronte di un piano dettagliato di spesa che deve essere autorizzato e che sarà vigilato in itinere. Si dirà che il MES è un prestito. Vero, a tasso zero e a parte i denari a fondo perduto, tutti i finanziamenti sono in prestito. Non capire che la priorità di mettere a posto la sanità che è stata colpita così brutalmente dal COVID sottoponendola a una bandiera ideologica e privando il Paese da mesi dei soldi per incominciare la difficile opera continua a lasciarmi basito. Ma è mai possibile che gli alleati di governo dei grillini, che hanno lunga e collaudata cultura di governo, si pieghino per paura di una crisi e di perdere la poltrona? Ci pensino perché chi ha da perdere di più sono proprio i grillini che sono superdimensionati in Parlamento e sono i primi ad avere paura di una crisi.

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